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La vita spesso ti lancia su un binario da cui è difficile prendere deviazioni. Occorre audacia per intraprendere strade diverse da quelle preordinate, per lasciarsi cogliere dall’inatteso e scegliere di correre verso i propri desideri. 

Senza permesso è la storia di un viaggio senza meta, un’avventura alla scoperta della bellezza, una corsa tenace alla conquista di un’amicizia speciale e di un amore inaspettato, figlio di un unico intenso sguardo. Una fuga che si trasforma nella ricerca del senso della vita. Un racconto capace di spingere ad afferrare ciò che ha un valore senza misura, cogliendolo e facendolo proprio, senza necessariamente chiederlo, senza ricevere alcun permesso, ma seguendo unicamente i propri desideri.

 

Il piano reale si mescola a quello fantastico e un diario, destinato a conservare la memoria di un bizzarro mongolfierista, sarà la bussola che guiderà i passi di Arthur e Martin, un giovane avvocato e un temerario guardastelle, compagni di viaggio per caso ma con l’obiettivo comune di scoprire se stessi dando spazio all’inatteso. E lungo il percorso, incontri eccentrici e surreali suggeriranno la necessità di aprirsi a nuove prospettive e accogliere l’idea di un amore puro, capace di generare felicità senza pretendere nulla in cambio. 

Lo stile etereo, onirico, sognante di Vincenzo Patella è accompagnato dalle delicatissime e leggiadre illustrazioni a pastelli e matita di Aurora De Luca.

 

Disponibile in eBook:

 

 

 

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Dettagli del libro

Anno di pubblicazione

Febbraio 2020

Numero di pagine

116

ISBN

9788831215121

Collana

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Autore

Aurora De Luca,

Vincenzo Patella

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Citazione

«Tu pensi mai alla possibilità che le stelle ci guardino, sì, proprio noi, uomini e donne di questo mondo? Chissà se, visti da lassù, al contrario, noi saremmo in grado di suscitare lo stesso senso di stupore e di bellezza. Se da quaggiù promaniamo abbastanza luce da essere in grado di illuminare le loro notti, maneggiare i loro sogni e magari, con il nostro sorriso, far innamorare qualche astro lassù. Prova solo a immaginare se guardandoci riuscissero davvero a vedere Dio, così come loro riescono facilmente a fare con noi».
Arthur ci pensò un po’ su e osservando quel cielo pieno di stelle, rispose: «Mi rattrista il soffermarmi a pensare che cosa possa pensare una stella di noi. Forse ignoriamo intere esistenze stellari, di cui non potremmo mai sentire nostalgia».
«Ecco vedi quella?» puntando il dito proprio davanti a sé.
«Dove Martin?»
«Segui il mio dito».
«Credo di aver capito. Sono un po’ incerto ma tanto non fa differenza».
«Certo che la fa. Sono abbastanza certo che quella ieri non c’era, e fa la differenza per me stasera. È una meraviglia».
«Guardastelle, certo che lavoro difficile. Mi fai pensare che con te il cielo non può essere mai un contenitore di stelle anonime ma un familiare firmamento di vita».